venerdì 10 aprile 2015

Fiaba di Mareva Marchese Dipinti di Andrea Ferrari Bordogna

Uno spettacolo di Gualtiero Scola
Con
            Francesco Bossi        Francesca Crotti     Giovana Rossoni

                           Valentina Scala             Gualtiero Scola

La messa in scena del breve spettacolo “La Tartaruga Smeraldina” nasce espressamente per la XII edizione del “Festival del Teatrino e della Fiaba” organizzato in seno alla Libera Associazione Rudolf Steiner di Milano.
Il risultato è un breve spettacolo-concerto che volutamente si rivolge a tutte le fasce d’età, compresi gli adulti. “La Tartaruga Smeraldina” è una vera e propria performance e non uno spettacolo di figura: gli interpreti sono direttamente coinvolti nella narrazione, ma sempre in maniera evocativa, e non rappresentativa.  Oltre al testo, la storia è affidata al movimento, alla musica, alla luce e a dei semplici teli di cotone o di seta. La vera protagonista dello spettacolo è l’emozione generata dal racconto.

Il testo e le illustrazioni
Così come per gli artisti direttamente coinvolti nello spettacolo, anche nella scelta del testo si è pensato di attingere al mondo artistico che ruota intorno al panorama antroposofico milanese, ed in questo senso la recente pubblicazione della fiaba    “La Tartaruga Smeraldina” è sembrata un segno da non sottovalutare. La fiaba scritta alcuni anni or sono da Mareva Marchesi è stata da poco pubblicata da Daelli Edizioni, corredata da numerose illustrazioni ad olio realizzate appositamente dal pittore  Andrea Ferrari Bordogna.
Mareva è stata esperta pedagoga, creaatrice di teatro di burattini. Studiosa delle antiche fiabe e autrice di racconti moderni dove i temi dell’incontro e del rispetto verso il creato si declinano anche nell’ecologia, nella pratica della coltivazione, nell’alimentazione vegetariana e nella difesa degli animali. Tutti argomenti che troviamo nella Tartaruga Smeraldina, che racconta di come la sensibilità di un bambino possa innescare un’amicizia, di come un alimento, anzi un piatto come il riso e piselli (i “risi e bisi” della tradizione veneta), possa essere un medicamento, e di come la conoscenza dei cereali dia all’uomo l’opportunità di sviluppare un maggior rispetto nei confronti del regno animale.

Il pittore Andrea Ferrari Bordogna, dopo aver a lungo approfondito il soggetto dei paesaggi da fiaba, ha accettato con entusiasmo di immergersi nell’atmosfera di Smeraldina.. La sua è una pittura priva di contorni troppo netti, attenta ai passaggi tonali e all’evocatività, caratterizzata da atmosfere accoglienti, intime, appena oniriche, rispettose dello sguardo del bambino
La creazione dello spettacolo ha inteso rivolgere un omaggio non solo alla storia narrata, ma anche al libro stesso ed ai lavori pittorici ad esso dedicati. Parte integrante dell’allestimento è una mostra delle tele che corredano il libro e… dalle tele prende vita lo spettacolo.
Lo spettacolo
Lo spettacolo Intende condurre per mano gli spettatori all’interno di una tela bianca, di un quadro ancora non dipinto,  di un mondo parzialmente inesplorato, popolato da creature delicate e sensibili, da note musicali “timide” , da luci soffuse che attingendo colore ed energia dal pubblico stesso potranno  risvegliarsi e svelare il loro incanto.  …Dovete sapere che questa  tela  già contiene nella sua essenza una meravigliosa fiaba da raccontare” …“solo accostandosi ad essa con silenzio e sacralità, la tela potrà lentamente svelare la sua poesia…”

Il racconto
Il racconto viene narrato e a tratti letto dal libro che è volutamente presente in scena, l’intera rappresentazione ruota intorno ai rimandi ed alle evocazioni fantasiose generate dal gioco tra il racconto, i colori e la musica. Non vi è eccessiva drammatizzazione nelle parole, affinché non si perda mai quell’aspetto di evocazione che intende accompagnare lo spettatore ma non imporre  mai un rapporto di ascolto passivo.


La musica
La musica è presente fin dall’ingresso del pubblico, ma si tratta inizialmente di piccole note, isolate e poi legate a due a due, a formare dei semplici intervalli. Il piccolo esperimento, pienamente riuscito, era quello di accogliere gli spettatori in un clima onirico e silenzioso, evitando la fase rumorosa che generalmente accompagna i momenti precedenti uno spettacolo, la presenza di “timide” note è sufficiente a creare fin da subito il clima giusto. La musica si sviluppa nel corso dello spettacolo trovando l’armonia di due strumenti e potendo quindi esprimere sonorità più complesse, ma la ricerca è verso la proposta di semplici suoni, semplici intervalli musicali ai quali poter fantasiosamente abbinare le proprie emozioni. Anche in questo caso, come per la drammatizzazione, si è cercato di non offrire sonorità dal “senso” eccessivamente definito, bensì di mettere in relazione alcune sonorità con le emozioni  trasmesse dal racconto e dalla luce, lasciando un certo margine di “interpretazione” e “reinterpretazione” da parte del pubblico, pensando in particolare al gusto musicale dei bambini ancora totalmente in fase di formazione.

Il movimento
Il movimento assume un’importanza estremamente rilevante in questo spettacolo che ad una prima valutazione potrebbe apparire statico. Con forza evocativa e delicatezza espressiva il movimento narra le azioni senza seguire un copione uguale a sé stesso: a tratti segue la narrazione, a tratti la anticipa, a volte la danza rappresenta idealmente un personaggio del racconto, a volte un’azione, altre un’emozione.

La luce e la scenografia



L’idea iniziale che ha caratterizzato il progetto è sempre stata quella di accogliere il pubblico all’interno  di un ambiente compatto e coinvolgente, che ricreasse in maniera astratta e fantasiosa una tela pittorica ancora non compiuta e che offrisse la sensazione di essere completamente “avvolti” dalla rappresentazione. La sala viene completamente rivestita da lunghi teli di lino e l’illuminazione scenica è posizionata quasi esclusivamente  dietro i tendaggi, creando una luce diffusa che al pari del racconto, si sviluppa e si intensifica arricchendosi man mano di 
colori e sfumature.                                                 











Si ringraziano calorosamente Gandharaj
Manuela Bussolini
e
Serena Sardo
per le fotografie


Piccola scheda tecnica- richieste:
Lo spettacolo, della durata di 30 minuti, è adattabile a diverse situazioni e diversi spazi, è replicabile svariate volte nel corso di una giornata,  la soluzione ideale prevede due sale comunicanti, una per la mostra pittorica e per l’inizio dello spettacolo, ed una per la performance, di almeno 5 m. per 5 m.

Sono necessarie alcune ore (almeno 4) per l’allestimento.

E’ necessario poter oscurare (non buio completo) la sala durante lo spettacolo.

Disponibilità di un pianoforte acustico (in alternativa tastiera elettronica professionale).

Disponibilità di una presa elettrica unica con capacità di carico singolo di almeno 2kw.

Panche o grossi cuscini per accomodare il pubblico (tutto sarà poi coperto con grandi teli bianchi).


I costi dello spettacolo possono essere valutati e concordati insieme all’organizzazione ospitante.

 teatridanzanti Associazione culturale  via G. Mameli 2 – 20129 Milano / via Flaminia 43 Roma
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teatridanzanti  è diretta da Gualtiero Scola e Nadia Frola



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